Qual è la differenza tra un coworking e uffici privati? Per dare una risposta a questa domanda, analizziamo il tema dal punto di vista del benessere psicofisico di un lavoratore. Per sentirsi bene in un ufficio, come in un qualsiasi altro ambiente di lavoro, è necessario trovarsi effettivamente in una condizione psicofisica ottimale. Questo tipo di benessere è possibile solo se la persona in questione riesce a trasformare le cosiddette emozioni distruttive in energia positiva.
Spesso accade che all’interno di un ufficio privato vengano a mancare relazioni dinamiche, punti di vista diversi che possano provenire da settori diversi, e il risultato è quello di sentirsi rilegati in una realtà univoca senza alcuno stimolo dall’esterno. Inoltre, la prassi vuole che nella maggior parte dei normali uffici ci si ritrovi a lavorare soli alla propria scrivania senza un contatto (specie per alcune mansioni) con altri professionisti.
Questo può, di fatto, generare stress e rompere il nostro armonioso stato psicofisico che di conseguenza potrebbe portare il lavoratore a performare peggio e ad avere molta meno energia da dedicare ai propri compiti. Uno degli obiettivi principali delle aziende è quello di aumentare la produttività, concentrandosi sui fattori più importanti che la influenzano ma dimenticandosi che tra essi vi è proprio il benessere delle proprio persone.
E un coworking invece?
Proprio in questo senso, l’obiettivo di un coworking è molto simile a quello dell’azienda, ma esso sceglie di mettere al primo posto gli abitanti dei suoi spazi. È quindi importante per raggiungere un buono stato psicofisico, trovarsi all’interno di un ambiente curato nei minimi dettagli: dalla qualità dell’aria a quella della luce, dal controllo della temperatura alle limitazioni del rumore di sottofondo. Per dare il massimo, un lavoratore deve riuscire a sentirsi bene a 360 gradi. E cosa c’è di meglio, per raggiungere tale obiettivo, se non uno spazio fatto su misura per te e per le tue esigenze?
In Coworking Lab per esempio puoi scegliere dove, come e quando lavorare, vista la naturale flessibilità dello spazio e dei suoi orari con accessi autonomi. Sono tanti i punti da non trascurare se si vogliono avere persone produttive e felici all’interno dei propri ambienti, come per esempio:
- il comfort acustico
- l’ergonomia spaziale
- la creazione di un microclima adatto
- il giusto bilanciamento tra luce naturale e luce artificiale
- e la varietà sensoriale data dalla diversificazione spaziale.
Insomma gli ambienti di lavoro devono essere studiati appositamente per chi li vive quotidianamente e in un’ottica di benessere generale.
La community
Ma il vero focus viene posto sul tema delle relazioni tra persone. La linfa vitale, propria di ogni coworking, è la community. Grazie ad essa le ore di lavoro diventano più produttive, stimolanti e di conseguenza più proficue. La contaminazione di idee, la rete di contatto che si evolve anche durante un semplice caffè in compagnia, la possibilità di networking in qualsiasi momento della giornata, la nascita di nuove collaborazioni tra professionisti diversi, ci danno la possibilità di non sentirci mai soli e isolati. Nel coworking esistono solo relazioni di reciprocità, si tratti di tempo, competenze o di un’informazione al volo.
Tutto questo definisce i coworking come simbolo di una nuova rivoluzione, che spinge le aziende in modo diretto a interessarsi a queste realtà e a volerle sperimentare.