Oggi vogliamo parlare di donne e smart working…lo smart working è stata una conseguenza necessaria agli eventi del 2020. Una pandemia si è diffusa all’interno della nostra società e l’unico modo a disposizione per non aggravare la situazione è stato quello di evitare i contatti ravvicinati. Lavorare, nella maggioranza dei casi, prevedeva simili ravvicinamenti dovuti a mancanza di spazi ampi oppure da vere e proprie dinamiche lavorative. L’impiego a distanza è stata la soluzione migliore per permettere, in parte, alle imprese di non chiudere totalmente. Tutti gli individui di questa società hanno dovuto ripiegare a questi meccanismi online ma alcuni non sono riusciti a trarne giovamento. Basti pensare ai più anziani che sono stati costretti ad approcciarsi obbligatoriamente a dei software che potessero permettergli di lavorare. Alla maggioranza delle donne, le quali, nonostante fossimo nel XXI secolo, si sono ritrovate con tutte le responsabilità sulle spalle da affrontare simultaneamente.
Ci teniamo a specificare che questo aspetto non è universale, ci sono stati e ci sono tutt’ora molti uomini che si prendono carico della famiglia e della casa, ma in linea generale, gli studi e le analisi riportano chiaramente un grave divario di genere.
Donne e smart working: il divario di genere
Innanzi tutto dovremmo porre attenzione sulle quantità di donne che durante le ondate pandemiche hanno perso il proprio posto di impiego. Nel caso in cui questo non sia accaduto e l’individuo femminile abbia mantenuto il proprio lavoro come il partner, di sesso maschile, si nota esplicitamente come tutte le faccende domestiche siano ricadute comunque sulla donna, nonostante la presenza di entrambi all’interno del domicilio.
Pensiamo invece alle coppie aventi figli. Ricordiamo i momenti più duri della pandemia, quando ancora le scuole non si erano organizzate e i bambini e ragazzi. I genitori dovevano, in qualche modo, continuare il loro percorso privi di guide. I genitori, hanno fatto il possibile per dare il proprio contributo, aiutando con i compiti, spiegando le nozioni poco chiare e improvvisandosi maestri di asilo per i più piccoli. Un lavoro difficile e stancante soprattutto se in simultaneità con un impegno nuovo, quale lo smart working. Anche in questo caso, se presa in considerazione una coppia eterosessuale, le donne, nella maggior parte dei casi, hanno provveduto alla ricerca dell’incastro perfetto, tra i figli, la casa e il lavoro senza ricevere alcun aiuto.
Non è dunque sorprendente se solo il 27,9% delle donne vorrebbe continuare con queste modalità risetto al 32,5% degli uomini.
La pandemia nel 2021 si sta continuando a propagare, sembra essere un fenomeno inarrestabile. Da un punto di vista economico pensiamo alla rovina e dal lato sociale non sembra esserci futuro che non preveda il più totale collasso. La situazione di divario di genere peggiorerà e gli effetti futuri saranno devastanti nella casistica in cui non venissero presi dei provvedimenti in questo momento. I ruoli sociali non hanno subito lo stesso sviluppo delle tecnologie e della medicina, il gap non è solo un divario, considerato che ci troviamo nel XXI secolo, assomiglia più ad una voragine. Le attività in casa si sono intensificate come il bisogno di mantenere l’ambiente pulito e vivibile, perché quest’ultimo impegno non viene condiviso nella coppia?
Le pari opportunità
E ancora una volta si arriva a parlare di pari opportunità e delle occasioni mancate a cui abbiamo assistito. Lo smart working se introdotto e gestito bene avrebbe concesso a moltissime donne di avanzare nella propria carriera, trovare nuove occasioni lavorative. Lo smart working permette di avere tempo per i figli in contemporanea ad un impiego a tempo pieno (dimostrando che l’essere genitore può conciliare con ogni aspetto della vita). Così non è stato e anzi. II 44% delle donne italiane che lavora nel settore tech ha dichiarato di avere fatto molta fatica a dividersi tra lavoro e vita familiare.
Per il 60% sono stati i lavori domestici a drenare le energie (contro il 36% degli uomini) mentre per il 66% la didattica a distanza (contro il 37% degli uomini). I dati dimostrano chiaramente che i nuovi impieghi a distanza hanno rallentato notevolmente la conquista di parità sociale e lavorativa, arrestando molte carriere.
Ovviamente i punti di vista sono molti, alcune hanno apprezzato e accolto la novità dello smart working. Alcune donne sono riuscite a condividere più tempo con il partner, con i figli e dedicarsi con piacere alla casa. Altre hanno trovato metodi alternativi per riscoprire il proprio benessere individuale quale la partecipazione attiva ad un coworking.
Coworking Lab è una realtà che ha sempre cercato di promuovere un sano equilibrio sia per quanto riguarda le diversità di genere sia in quanto al riuscire a conciliare una vita individuale con il lavoro. Lavorare da casa implica distrazioni.
Uno stile di vita corretto comprende anche un vissuto lavorativo onesto, integro e di sostegno. Riuscire a crearsi una realtà simile è complicato, proprio per questo un coworking potrebbe essere la scelta giusta per te.
Coworking Lab, in particolare, ha provveduto a creare un’affiliazione con una società tutta al femminile chiamata “Radio Mamma”. Sono una vera e propria impresa nata per rendere Milano Città Metropolitana sempre più family friendly. Si impegnano per diffondere attività culturali, di informazione promuovendo servizi innovativi per le famiglie. Lavorano con i genitori, i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, gli esercenti, i professionisti, le aziende e gli enti pubblici.
Il loro obiettivo rimane quello di migliorare la città e la società in cui viviamo. Non è semplice ma con la collaborazione di tutti potremmo, un giorno, sperare in una vita più equa, con i giusti diritti e priva di ingiustizie. Il coworking è un’ottima opportunità per riuscire ad avere un ufficio ma a mantenere la giusta indipendenza dall’alienazione lavorative, essere in grado di scegliere quanto tempo dedicare alla famiglia, agli impegni e alla vita extra lavorativa.