Il coworking in Europa e in America ha avuto modo di crescere e di svilupparti molto negli ultimi anni. E’ interessante analizzare e comprendere le varie influenze che hanno dato vita ad una diffusione più ampia del fenomeno. Non in tutti i paesi, il coworking, ha avuto modo di stabilire una forte connessione e si nota con evidenza che lo sviluppo è stato nettamente diverso nei vari continenti.
In questo articolo focalizzeremo l’attenzione principalmente sul nuovo e vecchio continente scoprendo quali sono le diversità e quali, invece, i punti in comune.
Il coworking rappresenta uno stile lavorativo che si riflette totalmente nello stile di vita di coloro che aderiscono al suo funzionamento. Si è sviluppato in modo molto rapido nel mondo occidentale. Gli individui che non appartenevano ad aziende ma possedevano impieghi da remoto hanno avuto la necessità di trovare spazi adatti. Non è semplice svolgere i propri doveri a casa e la creazione di coworking ha dato modo a milioni di lavoratori indipendenti di trovare un luogo adatto, tranquillo e sociale.
Nascita e primi sviluppi dei Coworking in Europa
Con le prime tecnologie e centri di start up dedicati solamente al lavoro prettamente informatico, molti hanno iniziato a dedicarsi in modo autonomo alle proprie iniziative. Questo ha messo in circolo la necessità di trovare spazi giusti in cui poter lavorare in tranquillità. Se all’inizio includeva una fascia di popolazione minima, con il tempo le corporate globali, hanno approfittato di questa immancabile opportunità. Così facendo hanno ottenuto grandi guadagni e cambiando le sorti di questo fenomeno appena iniziato.
Oggigiorno il coworking è molto diffuso e coinvolge tutti gli aspetti sociali e locali dei luoghi in cui operano. La caratteristica principale degli spazi di lavoro europeo è la loro dimensione ridotta. Questo favorisce immancabilmente la comunicazione e lo scambio sociale, aspetto fondamentale per coloro che si sono approcciati a questo particolare mondo di lavoro. Gli spazi si concentrano tutti in città e offrono ai propri iscritti una vita lavorativa e sociale molto incentrata sulla dinamicità.
In Europa il suo sviluppo è stato registrato nel 2018, quando importanti transazioni economiche, hanno accompagnato vari investitori nel mondo del lavoro da remoto. Londra si presenta come la città europea con più spazi di coworking. I nuovi immobili aumentano anno dopo anno superando la concorrenza di Parigi, Varsavia, Milano, Madrid e Amsterdam. Nonostante questo, il fenomeno, risulta comunque ancora poco sviluppato considerata la grandezza della città. La disponibilità di strutture è molto bassa e gli affitti sono esageratamente costosi, questo non ha aiutato nella creazione di nuovi spazi. Berlino si trova in una posizione strategica, al centro dell’Europa è tutt’oggi sede di moltissime startup. Progetti innovativi e gruppi di giovani lavoratori vogliosi di mettersi alla prova, l’eccesso di stabili industriali e uffici ne ha favorito la riconversione in spazi adatti ai freelancers.
Il sud dell’Europa, al contrario del resto del territorio non ha subito lo stesso incremento, leggermente più lento nel suo sviluppo economico, ha un tasso di disoccupazione piuttosto alto. Il coworking in questo caso ha comunque portato una boccata d’aria fresca dal momento che è divenuto un trampolino di lancio verso una ripresa generale. La disoccupazione giovanile, prima diffusissima, piano piano in concomitanza con l’aumento di spazi di lavoro comuni, sta diminuendo. Il fenomeno ha garantito e offerto un sostegno grandioso e delle condizioni accettabili per tutti coloro che avrebbero voluto da tempo sviluppare la propria professionalità in maniera più autonoma.
Nascita e primi sviluppi dei Coworking in America
In America il coworking ha avuto modo di diffondersi ampliamente. Tutto in questo continente è esageratamente grande, gli spazi sono ampli e così anche quelli di lavoro. Questo particolare ha aiutato molto la diffusione di questo genere di approccio. In confronto agli ambienti europei, ha però sfavorito la comunicazione e la condivisione sociale. Le grandi città sono state luogo centrale e di coinvolgimento europeo con la presenza del 70% del totale di coworkers europei, in USA invece accade totalmente il contrario.
Solo il 50% si trova nelle metropoli, di cui esclusivamente il 30% in città con oltre un milione di abitanti. Le grandi città ovviamente ospitano un gran numero di persone che aderiscono e si iscrivono ad ambienti lavorativi indipendenti. I coworkers americani dunque si trovano in una posizione favorevole al loro sviluppo lavorativo, riescono a incontrare spazi adatti alle proprie esigenze anche non trovandosi in metropoli o città densamente abitate.
Nonostante questo particolare, anche in America i numeri incrementano notevolmente anno dopo anno. Le strutturo non sembrano mai essere abbastanza e questo è stato effettivamente dimostrato da un’analisi effettuata riguardo la densità di coworker per metratura. Nonostante l’ampiezza delle strutture, in America le postazione lavorative sono molto ridotte. In tal modo è possibile permettere maggior partecipazione dimostrando ancora una volta la necessità adoperarsi nel creare nuovi ambienti.
Questi spazi hanno ricevuto moltissimo successo ma per continuare ad alimentare la partecipazione si stanno modernizzando. Già dopo pochi anni la differenza è notevole, risultano molto più innovativi e automatizzati. Questo permette a i nuovi iscritti di registrarsi in modo autonomo, abbassa considerevolmente i costi per i proprietari che, grazie alle tecnologie, iniziano già a lavorare e gestire gli immobili da remoto. Se al principio sembrava tutto concentrato sul fornire degli spazi di lavoro per coloro che non avevano un ufficio, lo sviluppo odierno negli USA sembra incentrarsi principalmente nell’offerta di servizi. Gli abbonamenti seguono gli andamenti economici, le opportunità, gli eventi e anche i servizi base sono tutti alla portata dei clienti.
Sarà interessante vedere come gli eventi degli ultimi anni impatteranno nella diffusione del fenomeno del coworking, se all’inizio del 2020 molti spazi di lavoro flessibile abbiano riscontrato livelli relativamente elevati di partecipazione, alla metà del 2021 ci ritroviamo a fare i conti con una situazione economica rallentata gravi problemi di mobilità sociale. Tutto dipenderà dai prossimi mesi sicuramente i lavoratori stanno cercando nuove modalità di affacciarsi ai propri impieghi, alienandosi di meno e garantendosi una flessibilità che gli era stata privata da anni.