Coworking e near working sono stati gli argomenti affrontati lunedì 15 marzo nella diretta streaming organizzata dal comune di Milano. Hanno partecipato Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio, Massimo Bonini, segretario Generale CGIL Milano, Vittorio Biondi, Direttore Settore Politiche Industriali e Competitività del Territorio di Assolombarda e Massimo Carraro, Founder di Rete Cowo.
Sono stati analizzati i dati relativi a 3 ricerche condotte rispettivamente dal Politecnico di Milano, dall’Università del Sacro Cuore di Milano e da Collaboriamo.
Prima indagine per Cowoorking e near working
Condotta dal Politecnico di Milano, analizzata la geografia degli spazi di coworking a Milano, dimostrato che è un fenomeno prevalentemente urbano, infatti il 51% dei coworking è concentrato nelle 14 aree metropolitane. Se ne contano ben 119 a Milano nel 2021, con una crescita del 75% rispetto al 2014. Inoltre dall’analisi dei dati sul traffico telefonico degli utenti Tim, nel periodo pre e post lockdown, è emerso che la mobilità tra il centro e la periferia è diminuita. Infatti i coworking risultano essere più sviluppati nelle aree periferiche.
Seconda indagine
Condotta da TRAILab-Università Cattolica del Sacro Cuore, è stata analizzata la trasformazione dei coworking di Milano nell’emergenza pandemica. Dalle 87 interviste dirette ai responsabili degli spazi coworking è emerso che il 75% ha perso clienti durante il 2020. Il 48% ha dovuto diminuire le postazioni. Ma nonostante questi dati negativi, è anche emerso che il 35% ha ricevuto richieste di postazioni da clienti del proprio quartiere. Vi è quindi un‘evoluzione dal punto di vista della clientela. Infatti oltre alle richieste da parte di aziende ( 52%) si sono aggiunti privati, liberi professionisti ( 37%) che hanno sentito l’esigenza di svolgere lo smart working in ambienti diversi dalle mura domestiche.
Terza indagine
Condotta da Collaboriamo sono stati delineati i profili di coworking nella città del domani. Si punta alla realizzazione di centri di formazione a disposizione del quartiere con scambi di servizi, beni e competenze evitando così che i coworking diventino delle isole all’interno delle città. Dalle indagini è quindi emerso che il Coworking è una realtà che sta diventando sempre più concreta a Milano. Potrebbe contribuire ad avere una città fruibile e godibile in 15 minuti. Sarebbe infatti l’ideale poter raggiungere in non più di un quarto d’ora i luoghi di coworking, andando così a riorganizzare i modi di vivere.
L’amministrazione comunale di Milano vuole essere la prima a sperimentare nuovi modi di lavorare che contribuiscono alla realizzazione di un nuovo modo di vivere. Una Milano a 15 minuti in cui è possibile conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro. Lo smart working accompagnerà i lavoratori anche dopo la pandemia, perciò l’obiettivo è quello di limitare il più possibile gli effetti negativi quali il confinamento domestico e nello stesso tempo andare a ridurre il più possibile il tempo negli spostamenti. Coworking e near working è quindi l’accoppiata vincente a cui punta il comune di Milano. L’incontro è stato anche un’occasione per far conoscere la rete di coworking attivi sul territorio, distribuiti in tutte le zone della città, grandi, piccoli, ognuno dei quali mette a disposizione i propri servizi.
Sarà possibile consultare la mappa geo referenziata della città sul sito YesMilano per trovare la giusta soluzione di coworking in base alle proprie esigenze o più vicina al proprio domicilio.