Anna e Valentina (R+R)

anna valentina

Siamo Anna e Valentina la nostra passione più grande è…il nostro lavoro!

Entrambe fin da piccole avevamo il sogno di diventare architetti, siamo felici di averlo realizzato e dal 2017 di condividere uno studio tutto nostro.

Siamo entrambe milanesi, anzi io (Valentina) proprio “Lambratese”: sono nata e cresciuta in questa zona di cui mi piace tutto perchè spesso è anche legato a un ricordo d’infanzia, come i Giardini della Porta Blu (Via Zanoia, Ndr) o la piscina di Via Ponzio.

Anna: io abito in zona Maciachini e frequento Lambrate grazie al Coworking.

Uno dei posti di sicuro più speciali è lo storico grissinificio Edelweiss.

Anna e Valentina raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Ci occupiamo di progettazione e ristrutturazione d’interni (privati o commerciali) e consulenza a 360°: se un cliente ce lo chiede, lo seguiamo da prima dell’acquisto dell’immobile fino alla scelta e disposizione degli arredi a lavori di ristrutturazione finiti.

Le nostre giornate spesso iniziano presto con le telefonate dai cantieri, poi siamo spesso in movimento per sopralluoghi negli immobili, fornitori di materiali, incontri con le imprese…quando dobbiamo incontrare i clienti, avere la possibilità di usare le sale riunioni in Coworking è un grandissimo vantaggio, sia per la bellezza dello spazio che per le dimensioni delle sale.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Abbiamo scelto Coworking Lab perché è bello, comodo, funzionale e soprattutto perché è frequentato da persone simpatiche, attive sia nel nostro ambito che in professioni completamente diverse.

Ci piace molto la possibilità di scambiare due parole nelle pause, così come di confrontarci per avere un punto di vista esterno.

Fare networking qui è davvero molto facile e naturale.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers? 

Sono avvenuti scambi di referenze e clienti in passato con colleghi di ambiti affini (per certificazioni o perizie) ed è tuttora in corso una collaborazione con Realia, una società immobiliare del Gruppo Next Planet che possiede anche il Coworking. 

Sono tutte opportunità che sarebbe stato molto difficile creare se avessimo avuto un ufficio “in solitaria”, ecco perché siamo felici di questa scelta e continuiamo a rinnovarla da oltre 3 anni.

Tendenze nel mercato del lavoro 20/21

Tratto da jobsora.com tendenze nel mercato 20/21

È un nuovo ordine mondiale e il modo in cui viviamo sta cambiando più velocemente di quanto avremmo mai potuto immaginare. Chi avrebbe potuto prevedere che le imprese che sopravvivranno nel primo trimestre del 2020 saranno solo quelle con attività che possono essere svolte a distanza? Questo è un cambiamento che non abbiamo mai visto arrivare e per il quale molte aziende non erano preparate. Ma il cambiamento è qui ed è giusto che le aziende imparino ad adattarsi alla nuova tendenza.

Le maree sono cambiate rapidamente nel mercato del lavoro e mentre alcune opportunità stanno scomparendo, altre stanno emergendo. Ora, tutto riguarda la questione del valore. Quelli che hanno meno valore per le loro aziende stanno perdendo il lavoro. Alcuni ruoli sono vacanti e hanno bisogno di persone competenti per assumerli. Queste, tra le altre tendenze, sono ciò che vedremo in questo articolo, poiché il mondo si sta impegnando tanto per riprendersi dalla pandemia di COVID-19.

L’Europa nell’ultimo mese è diventata l’epicentro della pandemia di Coronavirus, con paesi come Regno Unito, Francia, Spagna, tra gli altri che stanno subendo alti tassi di vittime. Ciò ha portato a un blocco che ha cambiato il mercato del lavoro come lo conosciamo. C’è una riduzione della necessità di lavoro fisico e di più di lavoro intellettuale. Questo dice semplicemente una cosa: il futuro che stavamo aspettando è qui.

Effetto del blocco sul mercato del lavoro europeo

In un recente rapporto, diversi milioni di posti di lavoro sono a rischio se il blocco continua per mesi. In effetti, lo studio è stato specifico nel riferire che circa un quinto di tutti i lavoratori è minacciato. E questo può essere frenato solo se il blocco in Gran Bretagna e in altri paesi europei verrà gradualmente eliminato in alcuni settori molto importanti. Ciò sta a indicare che alcuni settori dell’economia che non sono considerati elementi essenziali possono toccare il fondo.

La buona notizia, tuttavia, è che molte persone stanno adattando le proprie competenze per assumere nuovi ruoli. Mentre vi è una drastica perdita di posti di lavoro in diverse aziende all’ingrosso, al dettaglio, in hotel, in ristoranti e pub, l’infrastruttura digitale del mondo sta promuovendo posti di lavoro remoti. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti nel modo di lavorare, l’economia sta ancora subendo un colpo. Questo sta semplicemente raccontando l’importanza del mercato del lavoro. Il tuo lavoro è importante per la crescita e il sostentamento del Paese.

Il crollo del mercato del lavoro è sinonimo del crollo dell’economia e ciò richiede un’evoluzione in tempo reale del funzionamento del mercato del lavoro. Per i paesi che sono principalmente guidati dal mercato del lavoro, il blocco ha portato lo stato ad intervenire per allentare la pressione sulle famiglie. Ma c’è solo un limite a quanto tempo può persistere.

L’effetto è attualmente dannoso per il mercato del lavoro, che pone l’accento sul drastico cambiamento nel futuro del lavoro. Non si può dire che la sezione del mercato del lavoro che si sta comportando in modo efficiente in questo periodo sia la sezione remota dei lavori.

Il mondo è cambiato, un nuovo modo di vivere e stanno emergendo affari, le start-up stanno spuntando e le aziende lavorano a distanza. Il mercato del lavoro è in rapida evoluzione e molti non sembrano riconoscere questo fatto. Questo è un cambiamento e tu, come cercatore di lavoro, devi essere pronto.

Realtà dei lavori durante la pandemia COVID-19

Il modo in cui lavoriamo è cambiato per sempre. Quelli che non sono pronti per questo cambiamento saranno lasciati indietro, tranne che impareranno ad adattarsi al cambiamento. Questo cambiamento sta avvenendo in tempo reale e pochissimi lo stanno notando. Il lavoro a distanza è ciò che tiene insieme diverse aziende.

Sebbene finora questo cambiamento non sia stato facile, continuiamo a imparare come migliorare le cose. Le persone rifanno i loro programmi per adeguarsi alle nuove condizioni con cui devono lavorare. All’inizio è stata una cosa difficile da superare. Tuttavia, il tempo ha aiutato i lavoratori ad adattarsi.

La verità è che l’abilità richiesta per ottenere un lavoro in questo momento è diversa da quella che ci si aspettava. Ora per essere dalla parte dei guadagni hai bisogno delle basi di un computer, una connessione a Internet, dispositivi intelligenti, ecc. Hai bisogno di competenze trasversali, conoscenze di programmazione, conoscenze di scrittura. La maggior parte di questi fattori non erano necessari nel mondo pre-Covid. Una cosa è, tuttavia, certa, il mondo Covid e il mondo post-Covid richiedono queste abilità.

Il flusso di lavoro delle aziende è stato facilitato dalla presenza di e-mail, piattaforme di videoconferenza, chat room, tra gli altri. Diverse aziende si stanno rassegnando al fatto che non riprenderanno a lavorare al termine della pandemia di COVID-19. Se le aziende possono lavorare interamente a distanza in questo momento, non è necessario affittare o disporre di uno spazio fisico per le riunioni. L’infrastruttura Internet nel corso dell’anno si è sviluppata ad un livello in cui può facilitare queste esigenze.

Un altro grande cambiamento è il fatto che il periodo di lavoro di 8 ore verrà cancellato. Questo perché i lavoratori sono sempre online. Ora, questo potrebbe avere un aspetto negativo, in quanto è facile perdere la cognizione del tempo assegnato al lavoro. Spetta quindi al lavoratore impostare un sistema che si adatti al lavoro, con il tempo della famiglia, con il tempo personale, il tempo libero, ecc. Il confine deve essere fissato dall’individuo, poiché i tradizionali limiti del tempo di lavoro non sono più lì .

Ciò rende più difficile per i lavoratori mantenere una buona qualità della vita, il che significa che è tempo di imparare a bilanciare il lavoro con il solito stile di vita.

Cos’è ora il futuro del lavoro?

Negli ultimi anni ci sono state molte speculazioni su come sarà il futuro del lavoro, su come robot e altri sistemi automatizzati sostituiranno le persone. Queste speculazioni andarono oltre a prevedere un futuro di team più collaborativi, la necessità di intelligenza emotiva, tra gli altri fattori che descrivono la necessità di esseri umani più intelligenti sul posto di lavoro.

Tutte queste speculazioni e previsioni certamente non hanno messo in prospettiva la pandemia di Covid-19. Un paio di mesi fa, nessuno avrebbe creduto che potesse mai esserci un focolaio di malattia che mettesse in ginocchio il mondo e avrebbe provocato un blocco totale.

Mentre molti concordano sul fatto che si tratta di una rivoluzione e che le prove sono viste nel modo in cui stiamo attualmente lavorando e in che modo gli altri stanno pianificando di lavorare post-covid, rimane ancora da stabilire a livello globale; di cosa avresti bisogno per lavorare in futuro?

Non importa quanto sia vago il futuro in questo momento, alcuni fattori ed elementi sono destinati a influenzare il modo in cui lavoreremo in futuro.

Ci sarà sicuramente innovazione ed evoluzione nel modo in cui Internet promuove il lavoro. Il mondo della fantascienza che abbiamo sempre visto in TV è destinato a raggiungerci più velocemente di quanto avessimo mai immaginato. La trasformazione digitale del mondo è destinata ad essere accelerata. Le informazioni saranno disponibili a chiunque. Ciò si tradurrà in lavori più veloci e con maggiore flessibilità

Inoltre, a causa della maggiore attenzione all’ordine del giorno, non sono necessarie ampie presentazioni di PowerPoint, che portano a una drastica riduzione del tempo impiegato per l’incontro.

Intermediari e consulenti sono stati per lungo tempo una parte intrinseca del modo tradizionale di lavorare. Tuttavia, questo è destinato a cambiare mentre avanziamo nel futuro. Ci sarà una necessità ridotta di project manager, né di assistenti esecutivi, e i ruoli dei manager spariranno. Piuttosto che i manager , sempre più organizzazioni adotteranno i “leader”.

I viaggi di lavoro sono sempre stati una fuga dal lavoro d’ufficio, ma questo sta cambiando, poiché la comunicazione tra potenziali partner, investitori e colleghi sarà digitale. Direttamente dal tuo salotto, puoi contattare, comunicare e conquistare la firma di investitori e partner in altri paesi. Questa rivoluzione è alle porte.

Finora la gig economy è andata bene. Tuttavia, ci sarà sicuramente un aumento del numero di persone che lavorano da casa. Le aziende cercheranno di ridurre il personale, a favore dell’assunzione di lavoratori autonomi quando necessario. Oltre a questo, anche la maggior parte dei lavoratori a tempo pieno dovrebbe lavorare da casa. Questa è una nuova alba per il lavoro a distanza.

Conclusione

Il cambiamento che sta accadendo al mondo è il più visibile possibile, anche i non vedenti possono vederlo. È tuttavia pertinente che ti prepari per il futuro, non importa quanto sembri incerto. Devi avere familiarità con le competenze e gli strumenti digitali per sopravvivere nel futuro che è alle porte. Una volta che sei qualificato e pronto ad accettare un lavoro, inizia la tua ricerca di lavori a distanza in Europa su Jobsora.

  • Trasformazione digitale
  • Drastica riduzione del numero di quadri e consulenti
  • Viaggi d’affari ridotti
  • Maggiore utilizzo di lavoratori remoti e liberi professionisti

Roy Bisschops (ZeroPXL)

roy bisschops

Mi chiamo Roy Bisschops, sono olandese e da agosto 2012 abito a Milano insieme con mia moglie Inge (anche lei olandese). Dall’inizio abbiamo vissuto nella zona Lambrate/Città Studi, sia in via Teodosio e che in via Ampere, prima di trasferirsi in via Porpora di fronte alla nota pasticciera De Luca. Solo quando abbiamo deciso di comprare casa nel 2016 ci siamo trasferiti nella zona Turro.

Quello che ci ha portato a Milano o in generale in Italia (la domanda che probabilmente mi è stata posta più spesso in questo paese), è stata la volontà di vivere avere un’esperienza lavorativa in un altro paese per un periodo più lungo. Nei Paesi Bassi non eravamo legati a casa o figli e perciò liberi di fare questo trasferimento senza problemi. E non ci è dispiaciuto!

All’inizio Milano era una città poco conosciuta in Olanda e non era considerata una destinazione per un viaggio. Per cui in città era abbastanza tranquillo e si vedeva soprattutto i Milanesi in giro. Nel weekend la città era quasi desolata e si poteva entrare nel duomo senza biglietto e senza coda. Poi è arrivato l’Expo nel 2015 e tutto è cambiato. Sempre più turisti da tutto il mondo, anche dall’Italia, venivano a Milano e pian piano la città è diventata più vivace, con un’offerta culturale crescente. E anche i Milanesi non scappano più, ma si godono quello che Milano ha da offrire. Ed è questo che mi piace alla città, come è cambiata e come continua ad adattarsi.

Ormai non vengo spesso in zona Lambrate, però ho ancora dei posti preferiti, come La Siciliana per i cannoli freschi, la pasticceria De Luca per le zeppole e il birrificio Lambrate, ovviamente per le birre buone.

Roy Bisschops raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Mi sono laureato come architetto in Olanda, dove ho anche lavorato come architetto per circa 7 anni. Lì mi sono interessato e appassionato per la fotografia di architettura e di interni. Una volta a Milano ho notato che diventerebbe difficile trovare un lavoro in uno studio di architettura. Dopodiché ho deciso di avviare la mia attività come fotografo di immobili, ‘ispirato’ dalla qualità degli annunci. Ho anche iniziato a lavorare per What a Space (www.whataspace.it), per quale ho fotografato numerosi spazi per eventi, e ho potuto ampliare la mia esperienza nella fotografia di interni. 

Infine ho creato il brand ZEROPXL (www.zeropxl.com), per migliorare la mia visibilità online. Lavoro principalmente per agenti immobiliari, aziende, architetti, privati e proprietari di case vacanza. 

Le giornate lavorative sono diverse. A volte sono fuori tutto il giorno per fare le foto, e il giorno dopo sono alla mia postazione per fare la post-produzione delle fotografie. In altre giornate ho un piccolo shooting fotografico in mattinata, quando torno al coworking faccio la post-produzione e poi dedico del tempo alla mia formazione, perché non smetto mai a imparare nuove tecniche fotografiche. 

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Sono arrivato in Coworking Lab grazie a mia moglie che ha iniziato qui nel 2016, dopo il suo lavoro per Expo2015. Ho lavorato molto per What a Space fino al 2017 e avevo una postazione presso un altro coworking in zona Gorla. Però dal 2018 ho deciso di dedicare tutto il tempo a ZEROPXL e ho iniziato a condividere una scrivania in Coworking Lab insieme con Inge. Da subito mi è piaciuto molto perché lo trovo un ambiente moderno, tranquillo e luminoso. Si riesce a lavorare senza disturbi, ha i servizi adatti come le sale riunioni, stampante, le sale break e ovviamente l’ampio terrazzo. Inoltre c’è sempre gente simpatica in giro.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Dall’anno scorso sono spuntate le prime collaborazioni, all’inizio con Coworking Lab stesso: insieme con Inge abbiamo fatto una proposta per la riprogettazione del terrazzo. Poi ho fatto delle foto die un  immobile per Realia Studio e ora sto facendo le fotografie di ritratto dei coworker per il blog di Coworking Lab.

Non ne ho ancora parlato, ma potrei pensare ai servizi fotografici dei cantieri finalizzati, progettati dagli architetti al coworking.

Fabrizio e Luca (VPC)

fabrizio luca

Fabrizio e Luca la loro passione è la loro professione.

Fabrizio: La mia passione è analizzare lo status quo per capire come poterlo migliorare e farlo evolvere in modo che generi un impatto positivo sulle persone.

Sono di Como e sono arrivato a Milano perché la sento molto affine al mio modo di affrontare la vita: dinamico, veloce e, appunto, sempre in via di sviluppo come me e i miei progetti.

Nell’ultimo periodo ho riscoperto il piacere di raggiungere il Coworking a piedi, facendo lunghi viali alberati; mi piace molto la vivacità che si respira intorno al Politecnico.

Luca: Le mie passioni più grandi sono le persone, i viaggi e lo sport, elementi che mi consentono di restare in equilibrio e vivere al meglio le mie giornate. Arrivato a Milano 20 anni fa per  vivere a pieno la mia vita personale e professionale ponendomi sempre nuovi obiettivi.

Fabrizio e Luca raccontateci del vostro lavoro! In cosa consiste? Perché avete scelto questa professione? Come si svolge la vostra giornata lavorativa-tipo?

Fabrizio: Ho fondato Very Personal Consulting insieme a Luca nel 2016.
In VPC offriamo servizi di consulenza strategica in ambito HR, affiancando le organizzazioni nella valorizzazione del loro patrimonio in termini di persone e talenti. Credo infatti profondamente nel potenziale umano, e ritengo che le aziende debbano giocare un ruolo importante nello sviluppo della società in generale.

Luca: Ho scelto questo lavoro perché mi permette di stare con le persone, affiancarle nei momenti di criticità fornendo loro strumenti pratici e spunti di riflessione per affrontare al meglio le sfide nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. 

Oggi non c’è più distinzione tra identità privata e identità lavorativa (forse non c’è mai stata) e alcune realtà come le B-Corporate (Benefit Corporate) hanno capito che per fare business in modo etico è impossibile prescindere dall’impatto sul territorio, sull’ambiente e, ovviamente, sui propri collaboratori e le persone che li circondano.

Ci impegniamo tutti i giorni per portare questo approccio in tutte le organizzazioni che incontro, dalla PMI alla multinazionale, e in VPC con progetti no profit e di CSR.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Col mio socio nel 2016 siamo partiti non da un garage stile Sylicon Valley ma dal tavolo di casa. Abbiamo velocemente capito di aver bisogno di un ambiente più consono e stimolante, ma i diversi coworking che abbiamo girato nei mesi successivi non ci hanno mai soddisfatto né in termini di costi né di ambiente.

Grazie alla segnalazione di un’amica siamo arrivati in Coworking Lab, dove finalmente abbiamo trovato una bella Community di professionisti e il giusto compromesso tra un ufficio privato e uno spazio condiviso: qui ci sono solo i vantaggi di entrambi!

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers?

Il bello di Coworking Lab è che è frequentato da professionisti e imprenditori di altissimo livello che, esattamente come i veri campioni nello sport, non hanno bisogno di “esibire per dimostrare”.

Nell’ultimo anno abbiamo avviato due collaborazioni: una con Almatech, società attiva nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (asset strategico per le nostre consulenze in fase di assessment) e una con Next Planet, con la quale ci sono ottime sinergie nel rendere la gamma dei servizi che possiamo offrire ai nostri clienti sempre più completa. Grazie a loro infatti possiamo integrare alla consulenza HR anche quella sull’ingegnerizzazione dei processi e sull’ottimizzazione delle piattaforme tecnologiche.

Il vantaggio di condividere lo spazio con queste due realtà (e molte altre) è il confronto costante, che genera sempre nuove idee e permette un allineamento ottimale nei confronti dei clienti.

Bando ARCHE’ 2020

MISURA DI SOSTEGNO ALLE START UP LOMBARDE IN RISPOSTA ALL’EMERGENZA COVID-19

Il Bando Archè 2020 è una misura di Regione Lombardia atta a sostenere le nuove realtà imprenditoriali lombarde – sia MPMI che professionisti – che necessitano di un sostegno pubblico per definire meglio il proprio modello di business, trovare nuovi mercati e sviluppare esperienze di co-innovazione in grado di rafforzarle, in particolar modo per rispondere agli effetti della crisi innescata dal Covid-19 che le ha costrette a sostenere i costi del lockdown e a subire uno shock di capitale (la raccolta di fondi per tre su quattro start up è stata interrotta o annullata o diminuita) e un calo delle entrate conseguente a un calo della domanda.

Chi sono i beneficiari?

Possono presentare domanda di partecipazione le Micro, Piccole e Medie imprese e i Liberi Professionisti (anche in forma associata) con i seguenti requisiti al momento della presentazione della domanda:

  • Micro, piccole e medie imprese ai sensi dell’Allegato I del Regolamento UE n. 651/2014, regolarmente costituite, iscritte nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio e attive da un minimo di 12 mesi e fino ad un massimo di 48 mesi con almeno una sede operativa attiva in Lombardia come risultante da visura camerale ed oggetto dell’intervento;
  • Professionisti, che appartengano ad uno dei settori di cui alla lettera M del codice prevalente ATECO 2007, che abbiano eletto a luogo di esercizio prevalente dell’attività professionale uno dei Comuni di regione Lombardia. I professionisti singoli devono essere in possesso di partita IVA o aver avviato l’attività professionale (oggetto della domanda di contributo), come risultante dal Modello dell’Agenzia delle Entrate “Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA” e s.m.i o da documentazione equivalente, da più di 12 mesi fino a un massimo di 48 mesi; gli studi associati (non iscritti al Registro delle Imprese) devono essere in possesso del contratto associativo tra professionisti o documentazione equivalente e aver avviato l’attività professionale (oggetto della Domanda di contributo) come risultante dal Modello dell’Agenzia delle Entrate “Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA” e s.m.i o da documentazione equivalente, da 12 mesi fino ad un massimo di 48 mesi. I Professionisti (studi associati) iscritti al Registro delle Imprese dovranno partecipare in qualità di MPMI.

Ogni soggetto può presentare una sola domanda.

Quali sono le spese ammissibili?

Il Bando Archè 2020 sostiene le nuove realtà imprenditoriali lombarde (sia MPMI che professionisti) – c.d. start up – che necessitano di un sostegno pubblico per definire meglio il proprio modello di business, trovare nuovi mercati e sviluppare esperienze di co-innovazione in grado di rafforzarle, in particolar modo per rispondere agli effetti della crisi innescata dal Covid-19 che le ha costrette a sostenere i costi del lockdown e a subire uno shock di capitale.

Sono ammissibili progetti di rafforzamento (unicamente presso la sede in Lombardia) per la realizzazione degli investimenti (materiali e immateriali) necessari alle fasi di prima operatività, nonché a consolidare ed espandere le attività di impresa/professionale.

Quale contributo da la Regione Lombardia?

L’agevolazione si configura come contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese considerate ammissibili e nel limite massimo di 75.000 €. L’investimento minimo ammissibile è pari a 30.000 €.

Puoi presentare la domanda dalle ore 12.00 del giorno 11 settembre 2020 alle ore 18.00 del giorno 18 settembre 2020!

Rosanna Piccinelli (avvocato)

rosanna piccinelli

Mi chiamo Rosanna Piccinelli sono una grande appassionata di natura, camminate in montagna, animali, e fin da giovanissima ho iniziato a praticare yoga, che per qualche anno ho anche insegnato.

Milano è la mia città e mi piace molto per la sua mentalità aperta, le opportunità che offre, i suoi quartieri tutti diversi come ad esempio questo di Lambrate, ancora ricco di piccoli negozi, che lo rendono molto vivo.

Rosanna Piccinelli raccontaci del tuo lavoro! In cosa consiste? Perché hai scelto questa professione? Come si svolge una tua giornata lavorativa-tipo?

Sono un avvocato, mi occupo principalmente di diritto di famiglia e di diritto penale minorile.

Ho scelto questa professione per l’importanza che attribuisco alla tutela dei diritti; da una fase iniziale più incentrata sulle cause e sulle vittorie in tribunale ho deciso poi di focalizzare il mio impegno in un ambito più allineato ai miei valori come quello dell’amministrazione di sostegno per persone con disabilità fisiche o psichiche.

In questo modo posso coniugare l’aspetto umano del rapporto con medici, assistenti sociali e assistiti con l’esercizio del diritto, che diventa davvero una garanzia di tutela per i soggetti più fragili.

Le mie giornate si dividono fra mattinate in movimento per udienze, incontri con i medici o i responsabili delle RSA e i pomeriggi al computer in Coworking, dedicati allo studio dei casi e alla scrittura.

Raccontaci della tua esperienza in Coworking Lab! Cosa ti ha portato a scegliere questo coworking? Da quanto lavori qui? Quali sono le cose che apprezzi di più?

Abito dall’altra parte della città rispetto a Coworking Lab ma sono felicissima della mia scelta!

Ho lavorato per molto tempo in studi associati e poi da sola; da circa un anno ho messo radici qui e apprezzo sempre di più i molti aspetti positivi sia dello spazio che della community.

Avevo provato altri coworking infatti ma poi ho scelto questo sia per la possibilità di accedere in completa autonomia a qualsiasi ora (per me non sono rare le lunghe serate o i sabati al computer) sia per le occasioni di scambio e confronto con gli altri coworkers.

Per me è stata inizialmente una sfida quella di condividere uno spazio con persone estranee, data anche la delicatezza dei casi di cui mi occupo, ma qui ho sentito da subito un bel clima di fiducia, collaborazione, stimolo reciproco e completa libertà.

Non c’è davvero paragone né rispetto al lavoro da casa, che è il mio spazio privato, né a quello in altri studi, in cui mancava la grande ricchezza (che ho qui) di un punto di vista esterno e disinteressato.

Raccontaci delle opportunità di business che si sono create, o che ti piacerebbe creare, nella community! Hai già sviluppato dei progetti di business con altri coworkers? Come sono nati? Come si sono evoluti? Vedi altre possibilità di sviluppo con altri coworkers? 

Il bello di essere circondata da professionisti che lavorano in altri ambiti è la grande possibilità di contaminazione reciproca, che nel mio caso mi ha portato a poter esprimere i miei talenti anche in aree diverse.

Quest’anno si sono create due opportunità di collaborazione, di cui una è in fase di sviluppo, e anche per me è stato naturale indirizzare amici e conoscenti verso altri coworkers proprio in virtù della fiducia e del rispetto reciproci.

7 punti chiave dagli studi di coworking

Il coworking esiste da quasi 20 anni (o almeno lo è il termine ‘coworking’) e nel corso degli anni abbiamo assistito a molti dibattiti sul fatto che studi di coworking dicono che renda le persone più o meno produttive, più o meno felici, più o meno innovative. In tempi in cui dovremmo tutti ascoltare un po’ di più la scienza, diamo un’occhiata a cosa dicono i numeri sul coworking. Impariamo cosa dicono i più grandi studi, sondaggi e ricerche sul coworking su questo modo di lavorare globale e flessibile.

1. COVID-19 è stato distruttivo (ma buone notizie sono in arrivo)

La pandemia COVID-19 in corso ha sconvolto il luogo di lavoro tradizionale in un modo che non abbiamo mai visto. E mentre alcuni credevano che i limiti del lavoro forzato da casa avrebbero indotto più persone a precipitarsi nei loro spazi di coworking locali, è accaduto il contrario.

Secondo il sondaggio di Coworker sugli spazi di coworking durante COVID-19, è stato scoperto che oltre il 70% degli spazi di coworking ha assistito alla riduzione del numero di persone che lavorano dai loro spazi. Non solo, ma hanno anche riportato conseguenze come cancellazioni di eventi (71,04%), cancellazioni di sale conferenze (65,99%), cancellazioni di membri (34,68%) e persino chiusura di spazi (20,2%).

Di conseguenza, gli spazi di coworking in tutto il mondo hanno adattato i loro modelli di business per rimanere a galla e fornire nuovi tipi di servizi che saranno maggiormente utili per i loro membri in un ambiente di lavoro post-pandemico. La maggior parte degli spazi esaminati ha modificato le proprie politiche di cancellazione e ridotto i prezzi. Spaces ha anche aggiunto nuove iscrizioni studentesche per studenti improvvisamente online, ha collaborato con società di videoconferenza per aiutare i propri membri a spostare eventi e workshop online e molto altro ancora.

Ci sono comunque buone notizie. Nel rapporto 2020 di Coworking Insights Future of Work: What the Future Holds for Coworking & Remote Work reportoltre il 70% dei professionisti a distanza ha dichiarato di voler tornare agli spazi di coworking una volta che i blocchi saranno terminati e la sicurezza sarà garantita. Il settore ha già sperimentato una ripresa in alcuni mercati per il fatto che le persone tornino al lavoro, anche se la pausa nell’operatività degli spazi di coworking durante la pandemia è stata notevolmente distruttiva.

2. I vantaggi in ufficio sono davvero importanti

All’inizio di quest’anno, Clutch ha condotto un sondaggio su oltre 500 persone che lavorano in spazi di coworking negli Stati Uniti e si può dire che la scoperta più interessante sia stata che i benefit tipici dell’ambiente ufficio come rinfreschi, scrivanie, giochi e altri servizi divertenti sono più comunemente citati come il più grande vantaggio degli spazi di coworking. Ciò rafforza ciò che la maggior parte di noi ha visto di persona: gli spazi di coworking hanno un aspetto sociale importante che può creare un ambiente e una cultura dell’ufficio incredibilmente divertenti.

3. Interagire con altre questioni aziendali

La stessa indagine ha rilevato che essere in grado di interagire con altre aziende è estremamente importante anche per le persone che lavorano all’interno degli spazi di coworking. Vale a dire, il 55% delle persone intervistate ha affermato che l’opportunità di fare rete e incontrare altri imprenditori è molto importante per loro. Ancora una volta, questo è comprensibile e sicuramente uno dei più grandi progetti degli spazi di coworking. Per molti, è molto più facile impegnarsi in conversazioni e scambiare idee creative negli spazi di coworking, piuttosto che nei tradizionali edifici per uffici.

Questo aspetto sociale degli spazi di coworking è stato discusso anche in una ricerca pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Va notato, tuttavia, che questa ricerca ha confrontato il lavoro da uno spazio di coworking con un ufficio a casa (piuttosto che uno spazio ufficio tradizionale).

4. Le persone preferiscono gli spazi di coworking ai loro uffici domestici

Anche prima che la pandemia di coronavirus ci inasprisse tutti all’idea di lavorare da casa, le persone preferivano lavorare in uno spazio di coworking, almeno secondo il documento di cui sopra che ha indagato sugli spazi di coworking in Germania.

Vale a dire, la ricerca ha mostrato che le persone che lavorano da spazi di coworking erano più o ugualmente soddisfatte del proprio lavoro (96,9%). Erano più o ugualmente attivi fisicamente (79,7%) e molto più capaci di separare la vita personale da quella lavorativa (85,9%). Questo è un problema molto più grande di quanto possa sembrare, con molte persone che lavorano da casa che non sono in grado di rilassarsi adeguatamente e andare offline (influenzando il sonno e la chiarezza mentale, tra le altre cose).

I partecipanti hanno anche affermato di essere più produttivi rispetto a quando si lavora da casa (89,1%) e in grado di concentrarsi meglio (71,9%).

5. Studi di coworking dicono che i coworking sono ottimi per la produttività

Un altro studio pubblicato nel Journal of Facilities Management nel 2018 indaga gli effetti degli spazi di coworking sulla produzione individuale e l’importanza dell’interazione sociale per la produttività.

I ricercatori si sono concentrati su due fattori che possono contribuire all’aumento della produttività: le interazioni sociali (sia come lavoro di squadra all’interno di una singola startup che con altri membri dello spazio di coworking) e l’ambiente dello spazio di coworking. Hanno scoperto che entrambi favoriscono la produttività.

6. Gli spazi di lavoro flessibili offrono il controllo del lavoro (ma è complicato)

Un team della Stephen M. Ross School of Business dell’Università del Michigan conduce da diversi anni un’importante indagine sui colleghi. Nel 2015, hanno condiviso per la prima volta le loro scoperte sugli spazi di coworking nell’Harvard Business Review. Una delle cose che la loro ricerca ha scoperto è che gli spazi di coworking forniscono ai lavoratori l’equilibrio perfetto. Da un lato, i colleghi non sono vincolati dalle convenzioni presenti nella maggior parte degli uffici tradizionali e la loro disposizione lavorativa offre loro un maggiore controllo sul lavoro. Avere uno spazio condiviso e viaggiare fisicamente da qualche parte per lavoro fornisce quel po’ di struttura necessaria per non compromettere la loro produttività.

7. I colleghi trovano il loro lavoro significativo

Un’altra intuizione molto importante, scoperta dalla suddetta ricerca, è che le persone negli spazi di coworking sentono che il loro lavoro è più significativo delle persone che lavorano negli uffici tradizionali in generale. La mancanza di politiche interne all’ufficio e di concorrenza consente ai colleghi di essere se stessi senza la necessità di adottare una certa personalità dell’ufficio. Inoltre, poiché sono in contatto con altri professionisti, spesso descrivono ciò che stanno facendo, rafforzando il significato o lo scopo di ciò che fanno. Inoltre, l’atmosfera di “mano amica” presente negli spazi di coworking offre ulteriori opportunità per essere d’aiuto e sentirsi come se si stesse facendo la differenza.

In conclusione

Gli spazi di coworking sono molto più che semplici spazi in cui puoi prendere una scrivania e una tazza di caffè. Possono essere ottimi stimolatori della produttività e sono sicuramente il posto dove stare se ti piace la compagnia di altri professionisti in un ambiente flessibile e accessibile.

Bando e-commerce 2020: nuovi mercati

La Regione Lombardia annuncia il Bando E-Commerce 2020 per sostenere le imprese della Lombardia che “intendono sviluppare e consolidare la propria posizione sui mercati internazionali tramite strumenti di commercio elettronico”.

Il bando incentiva l’accesso a piattaforme cross border (business to business, B2B e/o business to consumer, B2C) e/o sistemi e-commerce proprietari (siti e/o app mobile).

Chi sono i beneficiari?

Micro, piccole o medie imprese con sede legale/operativa in Lombardia.

Quali sono le spese ammissibili?

Sono ammesse al contributo le seguenti voci di spesa rivolte ai mercati di destinazione indicati dall’impresa nella descrizione del progetto:

a) accesso ai servizi di vendita online sui canali prescelti;

b) analisi di fattibilità del progetto, con particolare riferimento alle esigenze di adeguamento amministrativo, organizzativo, formativo, logistico, di acquisizione di strumenti e servizi;

c) organizzazione di interventi specifici di formazione del personale (fino a un limite massimo del 20% della somma delle restanti voci di spesa ad esclusione della voce l);

d) acquisizione ed utilizzo di forme di smart payment;

e) realizzazione di una strategia di comunicazione, informazione e promozione per il canale export digitale; con specifico riferimento al portafoglio prodotti, ai mercati esteri e ai siti di vendita online prescelti. Ad esempio predisposizione delle schede prodotto nonché di tutorial, gallery fotografiche, webinar, per la presentazione degli articoli e relative traduzioni in lingua;

f) progettazione, sviluppo e/o manutenzione di sistemi e-commerce proprietari (siti e/o app mobile), anche per quanto riguarda la sincronizzazione con canali marketplace forniti da soggetti terzi;

g) progettazione, sviluppo e/o manutenzione di piattaforme di AR Business commerce, ad esempio simulatori 3D olografici che permettano di visualizzare gli ambienti;

h) sostegno al posizionamento dell’offerta sui canali commerciali digitali prescelti verso i mercati esteri selezionati;

i) automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web (API – Application Programming Interface).

j) raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi CRM;

k) protezione e/o registrazione dei marchi e/o degli articoli compresi nel portafoglio prodotti nei mercati di destinazione prescelti;

l) campagna digital marketing ed attività di promozione sui canali digitali (fino un limite del 20% della somma delle restanti voci di spesa ad esclusione della voce c)).

Quale contributo da la Regione Lombardia?

Contributo a fondo perduto pari al 70% delle spese ammissibili, fino ad un contributo massimo di 10.000 Euro.

Bando Impresa Sicura 2020

Bando per l’accesso al rimborso delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale

In seguito dell’emergenza sanitaria da COVID-19 e al fine di sostenere la continuità, in sicurezza, dei processi produttivi delle imprese operanti su tutto il territorio nazionale, è nata una nuova iniziativa, il Bando Impresa SIcura 2020 che prevede per le imprese il rimborso delle spese sostenuto per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti.

A curare gli adempimenti tecnici ed amministrativi è INVITALIA, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa, incaricata di erogare i rimborsi previsti dal Bando per un totale di 50.000.000 di euro.

Ecco cosa sapere su Bando Impresa Sicura 2020

  • BENEFICIARI

Possono beneficiare del rimborso previsto dal presente Bando tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato, che, alla data di presentazione della domanda di rimborso di cui al punto 9.1, sono in possesso dei seguenti requisiti:

a) sono regolarmente costituite e iscritte come “attive” nel Registro delle imprese; b) hanno la sede principale o secondaria sul territorio nazionale; c) sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria e non sono sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria.

  • SPESE AMMISSIBILI

Sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

– mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3; – guanti in lattice, in vinile e in nitrile; – dispositivi per protezione oculare;

– indumenti di protezione, quali tute e/o camici; – calzari e/o sovrascarpe; – cuffie e/o copricapi; – dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea; – detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.

Le spese devono:

a) essere sostenute nel periodo compreso tra il 17 marzo 2020 e la data di invio della domanda di rimborso di cui al punto 9.1.; b) essere non inferiori a euro 500,00 (cinquecento/00);

Contributo a fondo perduto pari al 100% delle spese ammissibili sostenute e fino ad un importo massimo di 150.000,00 Euro.

  • MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Prenotazione del contributo a partire dal giorno 11 maggio 2020

  • DOCUMENTI E INFORMAZIONI NECESSARI PER LA PRENOTAZIONE DEL CONTRIBUTO

– Codice Fiscale dell’impresa proponente;

– Codice Fiscale del legale rappresentante, ovvero del titolare dell’impresa proponente o della persona giuridica in caso di impresa proponente amministrata da soggetti diversi dalle persone fisiche;

– Importo da rimborsare.

Bando SI4 – Soluzioni Innovative 4.0

Il Ministero dello sviluppo economico ha avviato il “il Bando SI4 – Soluzione Innovative 4.0” al fine di introdurre anche in Italia una strategia nazionale sul tema della quarta rivoluzione industriale che adotta, tra le sue linee guida, il principio della “neutralità tecnologica” e quello di “interventi di tipo orizzontale e non settoriale”. In tal quadro la Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia hanno attivato l’iniziativa “Bando per lo Sviluppo di soluzioni innovative I4.0 2020” per promuovere lo sviluppo di soluzioni, prodotti e/o servizi innovativi, sviluppare la capacità di collaborazione tra MPMI, stimolare la domanda di servizi per il trasferimento di soluzioni tecnologiche e/o realizzare innovazioni tecnologiche e/o implementare modelli di business, favorire lo sviluppo di soluzioni digitali in risposta all’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di COVID-19 ed infine per incentivare modelli di sviluppo produttivo green driven orientati alla qualità e alla sostenibilità tramite prodotti/servizi con minori impatti ambientali e sociali.

Ecco cosa sapere sul BANDO S14 per lo Sviluppo di soluzioni innovative 4.0 ed. 2020

FINALITÀ

In linea con il Piano nazionale Impresa 4.0 avviato dal MISE, le Camere di commercio lombarde e Regione Lombardia, con il supporto di Unioncamere Lombardia, promuovono lo sviluppo di soluzioni, prodotti e/o servizi innovativi focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali I4.0.

BENEFICIARI

Micro, piccole e medie imprese che abbiano al loro interno competenze nello sviluppo di tecnologie digitali e presentino un progetto che riguarda almeno una delle tecnologie di innovazione digitale 4.0.

SPESE AMMISSIBILI

Sono ammissibili progetti con importo complessivo di spese ammissibili non inferiore a 40.000,00 euro.

In particolare, sono ammissibili le seguenti tipologie di spesa:

a) Consulenza erogata direttamente da uno o più fornitori qualificati dei servizi elencati;

b) Formazione erogata direttamente da uno o più fornitori qualificati;

c) Investimenti in attrezzature tecnologiche e programmi informatici necessari alla realizzazione del progetto;

d) Servizi e tecnologie per l’ingegnerizzazione di software/hardware e prodotti relativi al progetto erogata direttamente da uno o più fornitori qualificati dei servizi;

e) Spese per la tutela della proprietà industriale;

f) Spese del personale dell’azienda solo se espressamente dedicato al progetto (fino a un massimo del 30% della somma delle voci di spesa da a) ad e)).

CONTRIBUTO

Contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili, fino ad un contributo massimo di 50.000 Euro.

PRESENTAZIONE

Dal 7 Aprile al 30 Giugno 2020